Chiesa romanica San Vincenzo di Saragozza a Saint Vincent

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Una chiesa tutta da sfogliare! L'aspetto dell'attuale parrocchiale infatti, è il risultato di numerosi interventi architettonici e sovrapposizioni

Visita guidata di Saint Vincent e della sua chiesa

Quella di Saint Vincent, si potrebbe dire una una chiesa tutta da sfogliare!  L’aspetto dell’attuale parrocchiale infatti, è il risultato di numerosi interventi architettonici e sovrapposizioni susseguitesi nel corso dei secoli, dall’ XII° sec. al XVII° sec.
Il primo documento che menziona questa austera chiesa risale al 1153, quando venne citata in una bolla Papale di Eugenio III°. Essa dipese dalla Diocesi Benedettina di Lione fino al 1448, quando passò successivamente sotto il controllo del Vescovo di Aosta.

Essa cela inoltre un sito archeologico straordinario che è stato recuperato, studiato ed infine musealizzato.

 

Il sito archeologico strato dopo strato…

I numerosi ed importanti resti archeologici vennero alla luce nel 1968, durante una campagna di restauri della Chiesa, compromessa dai danni provocati da un ordigno esplosivo.
Questo straordinario sito, sorto sul tracciato della “Via romana delle Gallie”, di cui il centro storico di Saint Vincent fa parte, conserva testimonianze molto antiche tra loro e legate da una continua evoluzione. La più antica è il ritrovamento di strutture riferibili ad una “ mansio” romana del I° secolo a.C. Un ampio edificio adibito all’accoglienza ed al ristoro dei viaggiatori che percorrevano la strada antica in direzione dei Colli alpini, dotato di impianto termale con “calidarium”.

È nel V° secolo però che si ebbero le prime significative trasformazioni. Si sovrappose un primo edificio di culto cristiano ad un’unica navata ospitante sepolture, e sul finire del XI° la chiesa mutò ancora il suo aspetto assumendo con il suo ampliamento uno stile romanico riscontrabile nelle colonne poligonali e per la presenza di 3 navate.
Riferibili a questo periodo sono anche la piccola Cripta, la base della Torre campanaria e l’abside situato a nord.

A seguito degli incendi del 1553 e dei successivi restauri, la chiesa compare a noi decisamente ampliata. Nel 1889 demolita la facciata affrescata, la chiesa venne allungata di 2 campate per mano dell’architetto  Camillo Boggio.

 

Interno e affreschi

All’interno vi è il contratsto tra la sobrietà dell’ambiente romanico e la ricchezza pittorica della zona absidale.

I cicli di affreschi più antichi sono databili alla prima metà del XV°sec. attribuiti principalmente al pittore Giacomino da Ivrea, (oltre ad frammento pittorico riconducibile all’esecuzione di Giacomo Jacquerio, noto esponete dello stile Gotico internazionale).

Tutte le pitture quattrocentesche purtroppo non sono più osservabili in quanto, a seguito degli incendi dolosi del 1553, l’abside della chiesa venne interamente ridipinta da Filippo da Varallo, pittore rinascimentale di origine piemontese.

 

La cripta

Questo ambiente sobrio a pianta rettangolare, costituito da di 3 navate è da considerarsi il più antico luogo medievale riferibile al sito ed è molto suggestivo, conserva intatte le strutture romaniche.  Bellissimi sono i capitelli carolingi, decorati con motivi vegetali e geometrici.

La chiesa è corredata inoltre da un ricco Museo del Tesoro oltre ad un rinnovato museo nella Sacrestia da non perdere in particolare per la bellezza del mobilio risalente ad epoche diverse.

 

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