
Chiesa di Sant’Ilario a Gignod


LA CHIESA DI SANT’ILARIO A GIGNOD
Il Comune di Gignod, poco distante da Aosta, sorge proprio sull’itinerario storico della Via Francigena, importante percorso di commercio e pellegrinaggio.
In passato questo tracciato era probabilmente molto più frequentato di oggi perché conduceva all’Alpis Poennina, ovvero al Colle del Gran San Bernardo, unica via d’accesso per le terre d’Europa ed al contempo per giungere a Roma.
E’ proprio lungo questi itinerari che in passato sorsero fortificazioni, agglomerati urbani, e centri religiosi.
LA CHIESA una storia lontana….
Delicata e ordinata, questa è l’impressione che si ha entrando in questa luminosa chiesa, intitolata a Sant’Ilario, Vescovo di Poitiers, teologo romano ed evangelizzatore delle Gallie, festeggiato il 13 gennaio sempre con una messa in francese.
Posta in un luogo sopraelevato dominante il Comune di Gignod e da dove si gode di una vista panoramica sulle alte vette in lontananza, come il Mont Emilius, l’attuale chiesa venne ricostruita nella seconda metà del XV° secolo, andando così a sostituire un edificio minore già esistente.
Su questa altura infatti un tempo esisteva il Castello dei nobili ”De Gigno”, di cui non si hanno più tracce, menzionato nel 1228, con annesso un edificio di culto citato anch’esso in una Bolla Papale di Alessandro III° nel 1.176 e di appartenenza del Vescovo di Aosta.
La storia la inserisce quindi tra le Parrocchie valdostane più antiche.
Furono I nobili di Avise ai quali venne infeudato il territorio dai Savoia e volerne la ricostruzione. Essa conserva ancora l’aspetto originale.


INTERNO E AFFRESCHI
L’interno della chiesa è costituito da 3 ampie navate scandite da caratteristici pilasti cruciformi di sostegno delle volte a sesto acuto.
Durante un restauro del 1895 vennero alla luce dei raffinati affreschi quattrocenteschi ben visibili nei sottarchi della parete destra, la parte della chiesa che un un tempo fu adibita a Cappella privata dei Signori di Avise.
I dipinti murali raffigurano le scene della Madonna incoronata, e dodici Profeti recanti un cartiglio con scrittura a carattere gotico. Sulla parete di fondo invece una ricca scena della Pietà di Cristo con I Santi Sebastiano, Giorgio, Francesco, Maria Maddalena.
Degno di nota é anche il pregevole altare barocco, scolpito in legno di noce che poggia su altro altare in pietra del 1456, con al centro la statua di Sant’Ilario e ai lati quelle di San Grato e S. Vittore.
Benché la facciata dell’edificio venne ricostruita sempre durante il 1895, la Chiesa conserva un bel rosone, facente parte di una vetrata cinquecentesca.
Il campanile invece risale al 1485 e fu opera di “Yolli De Vuetto”, un capomastro abitante a Gressoney.
MUSEO DEL TESORO
Il piccolo ma ricco museo del tesoro espone documenti e oggetti di maggior pregio sia della Chiesa che delle Cappelle dei villaggi circostanti.


LA TORRE DI GIGNOD
Squadrata e ancora ben visbile per il suo aspetto massiccio, la Torre di Gignod, risalente al XI° – XII° secolo, fa parte di quelle strutture di difesa che si inserivano in particolari contesti a controllo delle importanti vie di passaggio molto frequentate per I commerci transalpini.
UNA TRADIZIONE SECOLARE…
LA PROCESSIONE DI PUNTA CHALIGNE
dal sito della Diocesi:
“Un voto fatto dalla comunità nel 1630 per scongiurare la minaccia della peste che imperversò in quell’anno in tutta la regione, ha dato origine alla processione alla Punta Chaligne, che si ripete ogni anno il 16 agosto, in occasione della festa di S. Rocco. Tuttora, a ricordare l’origine «civica» della manifestazione, la processione è tradizionalmente indetta dal sindaco che rivolge l’invito al parroco.
Si parte alle 4 di mattina dalla chiesa, per arrivare in vetta dopo circa sei ore di cammino, passando dal Planet. Lassù, davanti a un grande crocifisso in legno, si celebra la Messa insieme ai pellegrini della vicina parrocchia di Excenex. Si ridiscende poi verso Buthier, dove la processione ha termine nella cappella del villaggio dedicata anche a S. Rocco”
La manifestazione è particolarmente sentita dalla popolazione che vi partecipa numerosa.

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