I numerosi rûs (dal franco-provenzale rivi o ruscelli) della Valle d’Aosta, fanno parte degli itinerari naturalisitici che permettono di godere di passeggiate rilassanti a contatto con la natura accompagnate da panorami davvero sorprendenti e talvolta magici.
Molti rus costeggiano infatti, nel loro scorrre lento, boschi misti di conifere, lasciando spazio ad ampi pascoli fioriti, per giungere fino a pianori o villaggi montani, a scopo di irrigarli. Canali che captano acqua di derivazione dei ghiacciai e che percorrono molti chilometri in lieve pendenza diventando testimoni di esigenze storiche e culturali del passato.
UN PO DI STORIA…
per comprendere meglio
Il concetto del “rus” nasce molto presto, se pensiamo che già I romani intuirono il valore dell’acqua sfruttandola con canalizzazioni utili alla città di Augusta Praetoria e non solo. I principali però sorsero in epoca medievale, dalla fine del 1300 in poi.
Canali importantissimi per l’uomo sin dal passato, nati da mani povere dei contadini e agricoltori che chiesero permesso ai ricchi signori feudali,di derivare l’acqua tramite percorsi a mezza costa che tagliavano in senso orizzontale i ripidi pendii delle montagne, curandone la gestione.
Nel corso del medioevo questi artifici servirono infatti per irrigare campi e ampie zone agricole distanti tra lor ma poste in versanti aridi e soleggiati
Alcune parti di questi rus si snodano sull’itineraio della Via Francigena, come il caso del Rus Neuf che dalle pendici del Gran San Bernardo portava fino alla città di Aosta e viceversa permetteva di raggiungere i territori d’oltre alpe.
Nella città di Aosta i rus (oggi intubati) facevano parte di una grande rete di canali che diramendosi diventavano indispensabili all’utilizzo di attività artigiane e di macchinari, ruote dei mulini e irrigazione di orti.
Citato già nel 1174 è ad esempio il Mulino del Capitolo di Sant’Orso a nord del cimitero storico del borgo e proprio alla figura storica di Sant’Orso è affidato il miracolo della fonte che salvò la popolazione dalla siccità.
Costruttori e simboli di comunità
Queste opere si possono definire come delle strutture comunitarie giunte sino a noi e valorizzate come memoria storica e paesaggistica di grande valore.
Un tempo erano gestite e regolamentate con morme severe (quanto era importante la risorsa acqua) che ne impedivano il furto o la derivazione impropria. Esisteva infatti a figura del guardiano del Rus così come multe e processi sanzionatori.
Ma la loro sopravvivenza si deve soprattuto alle pazienti mani delle corvées, ovvero al lavoro di squadra di contadini, abitanti (dai bambini alle donne e anziani) che intervenivano con un lavoro collettivo nel riparo, nella pulizia e nel mantenimento del buon funzionamento dei canali.
PASSEGGIATE GUIDATE lungo i rus, nella quiete della natura
Durante l’escursione, il rumore dell’acqua diventa terapeutico, accompagnando l’escursionista dolcemente su tracciati caratterizzati da dislivelli minimi e adatti a tutti in cui poter leggere il paesaggio in modo più approfondito soprattutto con un accompagnamento guidato.
Molteplici itinerari ci porteranno a scoprire la flora della bassa quota, la tipologia di rocce ma anche le tipicità dei villaggi che si scorgono nei versanti delle valli laterali con affacci su altissime cime concatenate tra loro. Panorami e scorci su castelli, un esempio è il Rus marseiller che si affaccia sul primitivo castello di Cly e conduce fino alla Cappella di San Michele, nota per i suoi affreschi di fine XV° secolo.
Alune delle più belle passeggiate ci permettereno di conoscere il Rus Neuf, il Rus Marseiller, il Rus D’Arlaz, il Rus de la plaine, il Rus de By/Champillon, il Rus Courtaud, il Rus d’Arberioz e le particolarità delle località che essi attraversano.
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